Uil chiede Governo aprire seconda fase riforma pensioni

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L’anno scorso, a settembre, il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in una conferenza stampa avevano dichiarato che nel 2017 ci sarebbe stata la seconda fase della riforma pensioni, Poletti aveva affermato:  ‘un lavoro sulla previdenza complementare’ (che diverrà un tema importante nella nostra previdenza) e di affrontare il tema dei giovani e delle carriere discontinue’: bisognerà garantire nel tempo una sorta di “zoccolo pensionistico” che non sia calcolato solo con il contributivo puro’, ed aveva sottolineato lo sforzo del Governo di aumentare il tasso di stabilizzazione dei lavoratori, con l’obiettivo ultimo di renderne più stabile, quindi, anche il percorso previdenziale. Tra i temi che dovranno essere  affrontati in una fase successiva rientra, infine, anche le perequazione dei trattamenti pensionistici; la Uil in base a quanto preannunciato chiede con una nota al Governo di affrontare il più urgentemente possibile la seconda fase della riforma pensioni come promesso.

Da un articolo su Pensioni Oggi, scritto dalla redazione si legge: ‘Dopo l’approvazione degli importanti interventi sulle pensioni, contenuti nell’ultima Legge di Bilancio, è necessario avviare la fase 2 sulla previdenza prevista dal verbale d’intesa tra Governo Cgil, Cisl e Uil. Lo chiede in una nota al Governo la Uil ricordando che deve essere data piena attuazione al documento siglato lo scorso anno. Secondo il sindacato occorre affrontare il tema dei giovani e delle donne attraverso l’introduzione di un bonus di contribuzione figurativa. Bisogna procedere alla separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale, si deve, poi, promuovere un forte rilancio della previdenza complementare attraverso la reintroduzione di una fiscalità incentivante e agire sul legame dell’aspettativa di vita all’età per l’accesso alla pensione, tenendo conto delle peculiarità di tutti i lavori”. 

Ma quali sono le novità che si richiedono al Governo sul tema previdenziale nella seconda fase nello specifico? 

‘Le prossime modifiche alla legge Fornero
Il verbale dello scorso settembre prevede un ulteriore intervento sulla Riforma Fornero con una particolare attenzione ad una revisione del sistema contributivo a cui sono soggetti tutti i lavoratori entrati nel mondo del lavoro dopo il 1995. Tra gli interventi ipotizzati la riduzione strutturale del cuneo contributivo sul lavoro stabile al termine della fase attuale di esoneri temporanei, l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia, legata agli anni di contributi e all’età di uscita, al fine di garantire l’adeguatezza delle pensioni medio – basse; interventi sulla previdenza complementare, volti a rilanciarne le adesioni, a favorire gli investimenti dei fondi pensione nell’economia reale e a parificare la tassazione sulle prestazioni di previdenza complementare dei dipendenti pubblici al livello di quella dei privati.

Sul fronte dell’accesso al pensionamento il documento prevede interventi per favorire una maggiore flessibilità in uscita all’interno del sistema contributivo, anche con una revisione del requisito del livello minimo di importo (2,8 volte l’assegno sociale) per l’accesso alla pensione anticipata, valorizzare e tutelare il lavoro di cura a fini previdenziali e procedere ad una revisione degli adeguamenti della speranza di vita per tenere conto delle diversità nelle speranze di vita.  

Fasce più elevate di indicizzazione
Completa il pacchetto di modifiche il ritocco della perequazione dei trattamenti pensionistici. Dal 2019 si ritornerà ad un sistema di perequazione basato sugli “scaglioni di importo” con il ripristino di soglie di indicizzazioni più favorevoli per gli assegni più elevati come previsto dalla legge 388/2000. Tra i punti all’ordine del giorno l’impegno del Governo a valutare la possibilità di utilizzare un diverso indice per la rivalutazione delle pensioni , maggiormente rappresentativo della struttura dei consumi dei pensionati, e a valutare la possibilità di recuperare parte della mancata indicizzazione ai fini del la rivalutazione una tantum del montante nel 2019.’

Quindi importanti novità che riguardano giovani e donne ma anche la netta differenziazione tra previdenza da assistenza facenti capo entrambi all’Inps, temi previdenziali  che il sindacato dovrà affrontare con il Governo come richiesto dalla Uil in una nota,  nodi che si dovrebbero sciogliere per ottenere un rilancio della previdenza favorevole ai lavoratori che chiedono di entrare in pensione anticipata eliminando le penalizzazioni che castigano alcune categorie, inoltre rivedere anche categorie ‘dimenticate’ quali potrebbero essere le quindicenni e i lavoratori esodati rimasti esclusi dall’ottava salvaguardia e che riguardano ben 5-6000 unità, in maggior parte donne; insomma un confronto che non sarà certo facile in una situazione sfavorevole come l’economia italiana ma adottando misure contro chi ha troppo a favore di chi ha molto meno, e si rimarca che le pensioni d’oro dal 1° gennaio 2017 non subiranno più il contributo di solidarietà sull’erogazione dei vitalizi, cercando quelle risorse finanziarie necessarie per rimediare all’ingiustizia sociale e all’equità di un vivere dignitoso e civile.

Fonte: PensioniOggi-UrbanLavoro

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